Blog in sola lettura
Quella che state vedendo è una copia statica del blog originale.
Ho deciso di dismettere questo blog ma, poiché contiene informazioni utili, ne conserverò una copia online.
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Se come me siete spesso e volentieri costretti a scendere a patti con una connessione mobile saprete sicuramente cosa questa comporti. Gli operatori cellulari implementano filtri, spesso pesantucci, per impedire ai propri utenti di saturare le proprie reti che, considerata la loro natura, sono particolarmente inclini ad “affondare”.
Alle varie regole canoniche come il traffico limitato a monte, si aggiunge praticamente sempre la questione dell’IP privato, che volente o nolente uccide praticamente ogni forma di P2P.
Ho sempre guardato a Mass Effect come il gioco. Ispirato, bello da vedere e con una storia longeva. L’unico titolo che è riuscito a farmi apprezzare gli RPG che fino alla sua scoperta ritenevo piuttosto noiosi. L’unico titolo che era davvero riuscito a commuovermi con alcune sequenze di un toccante veramente fuori dagli schemi.
Dicono che crescere chiude la mente. A me, da qualche mese a questa parte, sta succedendo l’opposto.
Tutti abbiamo dei pregiudizi, no? A volte non ce ne accorgiamo neanche, non ce ne rendiamo conto. Eppure sono li, ci condizionano e ci guidano. Finalmente, dopo tanto tempo, inizio a notare i miei e a chiedermi le motivazioni che mi hanno sempre spinto a dare per buone alcune “verità” mai verificate.
Qualche settimana fa è stata la volta delle console. La mia ultima console fu la gloriosa PS1, ma non mi ci sono mai attaccato più di tanto considerato che nessuno mi ci comprava mai i giochi. Da allora ho sempre giocato su PC perché tanto questi “sono superiori, i giochi ci sono e i controller sono scomodi”.
Lo scopo di questo articolo è mostrare come sia possibile utilizzare un TPM per conservare certificati di autenticazione senza collegare il computer ad un server AD.
Ammetto di essere incazzato. Nero. Negli ultimi giorni c’è stata un’aria, una puzza strana, ma tutti o quasi abbiamo voluto ignorare il sentore di merda che stava salendo dal cadavere di quel che già era Pebble.
Pebble chiude per fallimento. I core assets sono stati invece acquistati da Fitbit per due spicci. è così, quindi, che finisce un’azienda nata su Kickstarter e morta per Kickstarter.
Non è più questione di paranoia. Le intrusioni informatiche avvengono sempre più spesso, sempre più alla luce del sole, perché si sa: se sei un pezzo di merda hai davvero bisogno di farlo sapere al mondo mostrando le foto intime di questa o quella celebrità. Non ne puoi fare a meno.
Ormai, però, vengono prese di mira persone di tutti i tipi. Incluso te. Non credere di essere immune solo perché “tanto sono nessuno chi vuoi che si prenda la briga di hackerarmi”. Credimi, può accadere. E le probabilità sono molto più alte di quello che pensi.
Venerdì finalmente UPS si è fatto vedere alla mia porta. Certo, un pochino in ritardo rispetto al preannunciato termine di settembre, ma non ci lamentiamo troppo: In fondo, anche se dietro c’era Pebble, parliamo comunque di Kickstarter.
Quattro anni fa, quando Pebble si affacciò finalmente al mondo tramite Kickstarter, non mi sarei neanche sognato di dire una cosa del genere considerato il modo in cui mi approccio alla piattaforma, ma ad oggi è inutile essere ciechi: parliamo ormai di una startup che pian pianino sta diventando un colosso, dando vita ad oggetti che sempre più escono dall’ottica del cliente di nicchia e si affacciano al grande e variegato mondo del mainstream.
I cambiamenti raramente sono stati in grado di spaventarmi e, con una riflessione preventiva adeguata, non sono quasi mai motivo di pentimento.
Non ho mai criticato aspramente l’iPhone, anzi. Ho sempre pensato fosse un ottimo telefono e il mio essere un androidiano convinto non ha modificato questa opinione: essere un fanboy non fa parte delle mie prerogative.
Quel che mi ha trattenuto, fino a qualche giorno fa [questa era una bozza di giugno, non fateci caso], era semplicemente ciò che credevo di aver bisogno.
Il mio 8970 sta facendo vecchio e ogni tanto, soprattutto quando sta acceso per diversi giorni, il WiFi si inceppa. Siccome sono un tirchio bastardo ho deciso che riavviarlo una volta al giorno avrebbe risolto il mio problema; peccato che la sua interfaccia web fa molti controlli sulle richieste e questo complica leggermente lo scripting.