Limitare le email in uscita da postfix

Sebbene al momento il mio mailserver è poco più di un esperimento personale, è funzionante a tutti gli effetti, e se le mie credenziali d’accesso fossero finite in mani sbagliate, prima di oggi avrei avuto un bel problema perché questa persona avrebbe potuto approfittarsene per inviare spam, ed io, sebbene non direttamente responsabile, avrei visto il mio ip finire in blacklist.

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The Talos Principle è bello

Questo gioco non è esattamente uscito ieri, e sebbene mi abbia incuriosito fin dalla sua uscita circa un anno fa, sono i saldi autunnali di quest’anno che mi hanno dato la giusta spinta a prenderlo. Il mio dettame che mi vieta di spendere più di 15 euro per un gioco lo ritengo inviolabile, sicché…

Appena lanciato il gioco la prima cosa che vedremo è la somiglianza non indifferente col menu di Serious Sam 3, ma onestamente non è una cosa che disturba: il menu infondo è la cosa meno importante. Le somiglianze con SS3 non finiscono qui, troveremo infatti le torrette alle pareti con gli interruttori che sono identiche. Le meccaniche sono però simili a quelle di portal, ma molto più immediate, talmente immediate che anche senza tutorial avrete già chiaro cosa fare.

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Firmare automaticamente le email in uscita da postfix

Scrivo questa guida perché, trovatomi nella situazione di dover implementare questa funzione, non ho trovato nulla di veramente completo nello spiegare come. Come saprete se avete avuto a che fare con esso, postfix supporta delle estensioni, i cosiddetti “milters”. Ora ci tengo a precisare che le impostazioni che vi mostrerò sono dedicate alla mia configurazione che include opendkim e amavis-new. Il milter che consente di firmare tramite S/MIME si chiama signing-milter.

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Un plauso a LastPass

Prima di scoprire questo piccolo grande servizio, ero una di quelle persone che conosceva 3-4 password che usava a rotazione sui vari siti. Un rischio enorme ed una grande dimostrazione di stupidità senza dubbio, dettato da una memoria corta e da una pigrizia spropositata.

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Storie di un sistemista in erba: da 1and1 a CloudFlare a Nginx

La mia avventura inizia non molto tempo fa, quando iniziai ad appassionarmi al mondo del web, forse per merito del buon Colace e del suo bel voto. Da bravo programmatore ho sempre evitato come la peste tutto ciò che riguardasse il web: php, javascript, ruby, python (anche se questi possono essere usati anche senza un webserver) sono linguaggi interpretati e pertanto rappresentano il male assoluto per un fissato con l’ottimizzazione come me. O meglio: rappresentavano.

Quando apprendi qualcosa, volente o nolente, questa influenza inevitabilmente ciò che crei o hai creato. Te la fa guardare con occhi diversi, ed è quando trovi qualcosa di migliore che ciò che avevi creato e che consideravi buono inzia di colpo a fare schifo. Uno di questi esempi è HttpSMS, un client web-sms per Android, creato un po’ di tempo fa da me quasi per noia. Mi sono reso conto che forse un po’ di CSS qua e la poteva non essere una cattiva idea, perché anche l’occhio vuole la sua parte; così come un po’ di JS qui e un po’ la avrebbe reso tutto migliore, non costringendo l’utente a ricaricare la pagina e così via. Ed ecco lo schifo che arriva. L’HTML puro sa di vecchio, ormai. Siamo nel 2015 e che cazzo.

Lo stesso è accaduto quando ho iniziato ad approcciarmi al mondo dell’hosting. Son partito con 1and1, un managed hosting molto diffuso, che nonostante il prezzo contenuto offre discrete possibilità. Spazio illimitato, account email, mysql e così via sembrano tutto ciò che si può desiderare; eppure…

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Amore

Questo post ricalcherà l’esercizio settimanale di scrittura che il buon Biagio Russo, nostro professore del terzo anno, ci sottoponeva: Il soggetto è una parola e l’oggetto è l’improvvisazione. Allora sfruttavo questo spazio per scrivere stronzate e far ridere tutti, ma si sa: senza ispirazione non v’è risata.

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GZIP Statico e Multithreading

Dopo aver scritto l’articolo sul GZIP statico, la mia indole ottimizzatrice si è messa al lavoro quando ho dovuto per vari motivi modificare il programma che in quel post avevo pubblicato.

Mi sono chiesto perché l’avevo creato così, considerato che su un i7 con 4+4 core, la potenza di calcolo disponibile era più che sprecata.

Problema risolto.

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